Una bella storia iniziata a Milano alle soglie di un nuovo millennio con una mamma che assiste la sua piccola bimba in ospedale, dove è stata ricoverata d’urgenza. Tra l’apprensione e la solitudine, trova un grande supporto e un po’ di conforto grazie a un gruppo di volontari. Dopo una notte difficile e piena di apprensione, al mattino vede “sciamare” i bimbi ricoverati e sorridenti verso una stanza in fondo al corridoio del reparto… c’è una sala gioco!
Come a volte succede in queste difficili situazioni, la mamma fa a se stessa una promessa: “Se tutto andrà bene, aprirò a Torino un’Associazione di volontari in ospedale come quella che mi ha aiutato e supportato nei momenti difficili della degenza”.
Nasce così nel 2001 a Torino, grazie alla volontà di una mamma e alla disponibilità del prof. Giuseppe Ferrari e del dott. Mario Frigerio, l’Associazione Bambino in Ospedale (ABIO) già ONLUS oggi ODV (Organizzazioni di Volontariato) per promuovere l’umanizzazione dell’ospedale.
Inizialmente presente solo all’ospedale Mauriziano, in breve tempo ABIO cresce entrando in sette reparti dell’Ospedale pediatrico Regina Margherita, al Martini e infine, in anni più recenti, all’Ospedale Maggiore di Chieri.
Dove ci sono i volontari ABIO c’è una sala gioco allestita, arredata e piena di giocattoli e colori per far tornare il sorriso ai piccoli pazienti in uno spazio di normalità, sostenere le famiglie e attenuare i fattori di rischio derivanti dall’ingresso in una struttura ospedaliera. I volontari fanno giocare i più piccoli, intrattengono gli adolescenti e supportano le loro famiglie.
Oggi ABIO Torino è parte di Fondazione ABIO Italia, che è presente in 60 città italiane con oltre 5000 volontari in 200 reparti pediatrici. Solo la realtà torinese conta 300 volontari e oltre 25.000 ore di presenza in ospedale.
L’Associazione può ancora oggi orgogliosamente contare sul contributo dei fondatori Mario Frigerio, oggi Presidente, Giulia Uboldi de’ Capei, la mamma che volle 20 anni fa ABIO a Torino, e che oggi è la responsabile della raccolta fondi e sempre felice di raccontare la storia della sua “creazione”, e Barbara Beneyton, la socia con la tessera n. 1.
La pandemia ha cambiato il modo di vivere, ma non ha fermato ABIO. I volontari in questo anno così difficile hanno continuato a stare vicino ai piccoli ricoverati anche “da lontano” dando il loro sostegno grazie ai media e ai social. Come tante altre associazioni, ci siamo inventati nuove modalità per intrattenere, giocare, stimolare e impegnare i bimbi in ospedale. Anche se i volontari non sono presenti fisicamente nei corridoi e nelle sale gioco, la nostra mission è rimasta la stessa… in attesa di tornare!
Grazie ai sostenitori e ai volontari di ABIO.